Il più desiderato gioiello tra le donne, simbolo di virtù morale, fedeltà e sincerità è stato rinvenuto per la prima volta in India, tra dei depositi alluvionali, circa 6000 anni fa.

Parliamo del diamante, considerato la pietra più preziosa in commercio e oggi questo prezioso minerale non rappresenta più solo un oggetto di grande valore e bellezza ma è entrato a far parte del mondo degli investimenti finanziari, di fatti le più importanti borse di diamanti da investimento con sede a Londra, Anversa e New York forniscono in tempo reale le variazioni di quotazione del gioiello sulle quali, di solito, non sono previsti slittamenti “giornalieri” in perdita e/o viceversa di grande importanza.

Il diamante esattamente è un minerale naturale composto esclusivamente da carbonio cristallizzato e noto ai geologi per essere il più duro minerale esistente sul pianeta Terra, i giacimenti si trovano in Sud America, Brasile e infine in Sud Africa dove attualmente si estraggono, spesso senza controllo, il maggior numero di diamanti al mondo, è proprio la difficoltà di reperirne in larga scala da cui deriva l’alto valore del diamante da investimento per cui vale la regola che meno se ne trovano e meno ce ne sono in commercio e quindi più valgono.

Investire in diamanti sembrerebbe, in prima analisi, un investimento abbastanza sicuro per quel che riguarda la garanzia del mantenimento del valore nel tempo ad oggi, visto l’elevato rischio degli investimenti azionari, l’insicurezza dei rendimenti obbligazionari e in generale la difficoltà a ottenere buoni rendimenti.

Perciò investire in diamanti può sembrare qualcosa di più allettante rispetto alle tradizionali formule di gestione del risparmio o di investimento finanziario, proprio per l’associazione all’idea di sicurezza, come se si trattasse di una scelta sulla quale è impossibile sbagliare, ma badate bene in realtà si tratta di un tipo di investimento estremamente complesso!

Perciò se stai pensando di investire in diamanti ecco tutto quello che devi sapere.

> L’investimento in diamanti rientra nella categoria degli investimenti alternativi e dunque deve rappresentare solo una piccola parte all’interno del proprio portafoglio.

> Per investire in diamanti bisogna conoscere i principali fattori da cui partire per stabilire un valore del diamante e capire se potrebbe portare a degli ottimi risultati, ovvero tenere presente la regola dei 4 elementi:

Carati
Indicano il peso di un diamante, che è poi il fattore principale che ne determina il prezzo, attenzione però perché il costo deve essere correlato alla purezza del diamante, piuttosto che alla sua grandezza, dato che non esiste proporzionalità tra carati e diametro del diamante.

Colore
Ci si riferisce alla trasparenza della pietra, più lo sarà, maggiore è la purezza della pietra preziosa e il suo valore.

Taglio
Fattore rilevante per riconoscerne la qualità.

Purezza
È un metro di misurazione per conoscere eventuali difetti interni. Attenzione però perché è normale trovare piccole imperfezioni, anche perché trovare diamanti perfetti è veramente rarissimo.

In pratica se vi troverete mai ad acquistare un diamante i miei consigli fare un buon acquisto sono: scegliere diamanti dalla forma rotonda, controllare che la purezza sia classificata  o IF, VVS1 o VVS2, il colore deve essere classificato come D o E, devono essere presenti dei certificati (GIA, HRD o IGI), e infine attenzione al taglio.

Detto ciò le quotazioni dei diamanti da investimento possono variare molto, a seconda appunto della qualità della pietra, oltre alla dinamica di domanda e offerta di mercato.

Una guida utile può essere il listino Rapaport, pubblicato settimanalmente, che indica la valutazione tipica dei diamanti da investimento, basata sui prezzi della borsa di New York, in base ad alcune delle caratteristiche principali di essi.

Chi valutasse un investimento in diamanti, però, dovrebbe stare bene attento perché le combinazioni contenute nel listino sono talmente tante che può diventare complesso orientarsi tra centinaia di voci, in più una quotazione di un diamante può arrivare a decine di migliaia di euro l’anno e anche un piccolo errore di valutazione può fare un’enorme differenza.

> Ultimo ma non ultimo punto da sapere è che quando si pensa di investire in diamanti bisogna considerare il fattore fiscale, già perché sull’acquisto dei diamanti si paga l’Iva, a meno che non si comprino pietre depositate in una zona franca  come Anversa, Le Havre, Genova, Rotterdam.

L’unico costo iniziale è del 22%, ma questa imposta non può essere recuperata al momento della rivendita, e poi i diamanti non entrano nel patrimonio ereditario e dunque, il diamante è un investimento quasi esentasse.

I diamanti sono molto spesso considerati dagli investitori al pari delle materie prime, rientrando di fatto tra i beni rifugio. Questo significa che si tratta di beni durevoli, non influenzati da fattori come l’inflazione.

Posto il fatto che prima di investire come sempre devi essere consapevole del funzionamento e dei rischi del tuo investimento, nel caso dell’investimento in diamanti, perché optare per un investimento del genere? palesemente poco efficiente data la scarsa trasparenza in merito sui costi, il rischio di non riuscire a venderlo e il peso elevato delle commissioni?

Senza considerare che si tratta di un investimento che ha alte percentuali di rischio considerando che spesso i diamanti possono provenire anche da zone di guerra che vengono finanziate proprio attraverso la vendita di queste pietre preziose!

E poi, sarà davvero un diamante? Perché non tutti i diamanti hanno valore finanziario ma esclusivamente quelli che possiedono un certificato di autenticità che viene rilasciato, ad esempio, in Italia, da un istituto gemmologico come l’Istituto gemmologico italiano con sede a Roma.

E ancora, il cambio col dollaro sarà favorevole quando dovrai vendere? Il diamante viene quotato in borsa in dollari americani e un’eventuale conversione da dollari in euro può rappresentare una fonte di rischio.

Altra nota è che l’investimento in diamanti non è un investimento di natura finanziaria e per questo è al di fuori dalla disciplina in materia della Consob va da sé che non esiste alcun istituto bancario che regolarizza o accetta lo scambio di questo bene così come accade, invece e in modo costante per l’oro e quindi, aldilà dell’indiscutibile preziosità del diamante, può risultare complicato rivenderlo al prezzo del suo valore effettivo correndo il rischio di una svendita più o meno consistente.

Quindi alla luce di quanto detto la domanda che sorge spontanea è, ma conviene investire in diamanti?

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